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METAMORFOSI

1 Metamorphosis one : 7.46
2 Metamorphosis two : 7.37
3 Metamorphosis three : 5.25
4 Metamorphosis four : 5.15
5 Metamorphosis five : 5.00
6 Mad rush : 14.10
7 Night rain : 22.05

Musiche di Philip  Glass


   
 
 

RECENSIONI CD

METAMORFOSI 2019

Metamorfosi è un Viaggio Interiore attraverso le musiche del compositore americano Philip Glass, ricche di sfumature cicliche di stampo “ambient – classico”. Un Viaggio accompagnato da melodie pianistiche sostenute dalla ricerca ritmica costante ma non invasiva del percussionista Stefano Scala. Ritmiche e Melodie, ci accompagnano verso una Ricerca Spirituale personale del proprio Io.

(Label Press MUSICORG - Phil Roberts)

Suona come un profondo cambiamento questo nuovo disco di Stefano Scala, la “Metamorfosi” del titolo allude a questo, ma al tempo è anche un tributo, un omaggio alle musiche circolari di Philip Glass, che il musicista seguiva fin dai suoi studi in conservatorio. Le musiche sono dunque di Glass (con due bravi pianisti, Gaio Brivio e Mattia Mistrangelo) ma trasfigurate con l’ausilio della voce recitante di Stefano Taglietti (brani tratti da “Metamorfosi” di Ovidio e da “Il fascino del treno” di Romano Vecchiet) e con Stefano Scala da sempre brillante e fantasioso percussionista che qui appare piu’ discreto ma non meno penetrante nei suoi intricati ritmi, tra miriadi di piccole percussioni e una batteria fatta tutta in legno e dunque senza pelli, che conferisce un suono peculiare. Le cinque parti di Metamorphosis, scorrono via appena piu’ morbide, quasi propedeutiche al pezzo forte del disco, i 22 minuti di Night Train, tripudio di sonorità tra legni e tasti che scorrono senza sosta insieme allo sferragliare di un treno, dove non sarà difficile incrociare l’early minimalism di Glass e l’appassionata rilettura che ne fa Stefano Scala.

(Blow Up – Gino Dal Soler)

Stefano Scala è un musicista italiano, ricercatore e cultore di musiche etniche. Da sempre interessato alle culture musicali di altri paesi, nel corso del tempo ha intrapreso numerosi viaggi per scovare i luoghi naturali piu’ incontaminati e puri, lontani dai rumori massificati della nostra civiltà come le foreste dell’Amazzonia e il monte Athos. Per lui “il viaggio” rappresenta una vera e propria filosofia di vita e un mezzo per raggiungere la pace interiore. Sicuramente la sua ricerca deve qualcosa a musicisti italiani che hanno aperto queste vie negli anni ’70 come Franco Battiato, Juri Camisasca, gli Aktuala, Claudio Rocchi e Lino Capra Vaccina. Il suo musicista preferito è però Stephan Micus, sicuramente colui che, con i Popol Vuh del grande Florian Fricke, ha saputo fare una sintesi musicale e spirituale fra Oriente ed Occidente come nel gioiello Implosions. Scala ha alle spalle alcuni dischi, molti dei quali caratterizzati da sonorità etniche e da una tensione mistica che lo avvicinano sicuramente agli artisti citati. Ora esce un nuovo lavoro intitolato Metamorfosi: si tratta, rispetto alle ultime cose, di un disco diverso in quanto e’ basato interamente su musiche di Philip Glass – un altro suo vecchio amore – riarrangiate ritmicamente. Il disco, nello stile del maestro americano, è minimale ed etereo. La musica è bellissima con il pianoforte in grande evidenza – suonato da Gaio Brivio e Mattia Mistrangelo – accompagnato dagli strumenti percussivi suonati di Scala come bongos, foglie di bambu’, semi, canne di fiume, pigne e sonagliere. L’effetto è catartico e riesce a creare un’atmosfera sospesa, di una raffinatezza irreale. In 2 brani troviamo anche la voce recitante di Stefano Taglietti. Un disco da gustare con calma: lasciatevi andare con le musiche di Stefano Scala che ci porta direttamente da Milano al Cosmo.

(Ver Sacrum – Cesare Buttaboni “Caesar” )

"Metamorfosi" è l'ultimo cd di Stefano Scala, lavoro di una equipe illuminata che riprende alcuni temi di Philip Glass e li sviscera in un "combo" assolutamente piacevole e interessante. Perchè Scala & friends non ha nemmeno un refolo di sudditanza ma gioca con capacità e conoscenza sul materiale glassiano fino a trovarne una dimensione autonoma. Ecco la "Metamorfosi" a cui -forse- allude il titolo. Ed è davvero festa per le nostre orecchie rivivere un passato minimalista attraverso una sensibilità nuova e critica. Un lavoro davvero utile per trasformare queste serate di caldo asfissiante in un viaggio verso rotte inaspettate.

(Regista & Compositore - Francesco Paolo Paladino)

La musica di Metamorfosi, ci accompagna prendendoci per mano verso un Viaggio apparentemente fisico, ma che con il passare dei minuti diventa sempre piu’ Spirituale e soprattutto introspettivo. Un cammino sui sentieri difficili della nostra anima. Le musiche di Philip Glass, ben suonate al pianoforte da Mistrangelo e Brivio, vengono qui sapientemente supportate e arricchite dai sapienti ritmi non invadenti di Stefano Scala, che suona in punta di piedi regalandoci colori e ritmi senza mai essere invadente. La presenza della voce recitante di Stefano Taglietti, che recita in un paio di brani alcune righe tratte dalla “Metamorfosi” di Ovidio e da “Il Fascino del Treno” di Romano Vecchiet, impreziosisce il lavoro, già molto interessante. Un disco certamente non facile al primo ascolto, ma che consiglio di ascoltare dall’inizio alla fine in modo da poter entrare in uno stato catarchico nel nuovo Viaggio propostoci dal Maestro Stefano Scala. Da Ascoltare.

(Emme D Music – Silvio De Salvi)

Se con il precedente lavoro, Compas, l’artista milanese, Stefano Scala, ci portava a viaggiare, come sua abitudine, verso mondi che coinvolgono cadenze di tango, habanera, milonga e flamenco proiettandoci in un percorso certamente piu’ fisico che spirituale, in questo suo ultimo lavoro, Metamorfosi, basato su musiche del compositore americano Philip Glass, il Maestro Stefano Scala, ci riporta verso antiche linee compositive spirituali anche se in questo caso l’artista milanese si è lasciato trasportare dalla composizione di uno dei padri del minimalismo mondiale, senza comporre alcuna traccia, ma rispettando quasi oserei dire in modo religioso, le composizioni proposte, creando nuove tessiture di colori e di piccole e precise pulsazioni ritmiche all’interno dei brani suonati dai maestri compagni di viaggio, Gaio Brivio e Mattia Mistrangelo, che diventano tutti insieme i Caronte per noi ascoltatori; veniamo trasportati durante l’ascolto verso un viaggio che non appartiene a questo mondo fisico. Tutto il lavoro è ricco di sfumature ritmiche dove il percussionista italiano in punta di piedi sorregge e sostiene i suoi compagni di viaggio, utilizzando percussioni e batteria in legno (senza pelli), sanza, lamelle, piatti, sonagliere e strumenti naturali, come semi, foglie, acqua, sassi, pigne, ecc. Ascoltando dall’inizio alla fine questo nuovo lavoro discografico possiamo certamente sottolineare come le emozioni sonore e interiori che nascono da questo viaggio, dopo un primo smarrimento nell’ascolto quasi ipnotico, a seguito delle cadenze circolari e ripetitive delle battute, si entra in una dimensione che aiuta ad abbassare le tensioni che tutti noi viviamo ogni giorno su questa terra. Quindi ben vengano questi lavori, purtroppo sempre piu’ rari e ringraziamo un artista come Stefano Scala che ha ancora il coraggio di stupirci e di regalarci tali emozioni. Un lavoro da ascoltare, con attenzione, non facile ma bello. Consigliato.

(Nuovi Orizzonti – Aldo Visnara)

Stefano Scala, ricercatore e cultore di musiche etniche, intraprende un percorso alternativo nel nuovo album, dedicato interamente alle musiche di Philip Glass. Il pianoforte, suonato da Gaio Brivio e Mattia Mistrangelo, tesse le trame dell’album, accompagnato ritmicamente dalle percussioni di Scala. Un lavoro tra classica e ambient, etereo e ispirato.

(Radiocoop – Antonio Bacciocchi)